Lucy Conrad era ufficialmente su di giri. Perché quel simpatico professorino che aveva cominciato a frequentare per scommessa si stava rivelando il miglior partner sessuale che avesse mai avuto.
Cioè, posto che Jamie ci arrivasse davvero alla parte sessuale.
“Stai pensando di nuovo, Lucy,” disse Jamie, accarezzandola. “Non pensare. Lasciati andare alle sensazioni.”
Oh, si stava lasciando andare eccome. Quel ragazzo era un vero asso dell’arte amatoria, riusciva a darle piacere come mai nessun altro. E per lei questo significava qualcosa. Eppure, quando si era trattato di andare al sodo, Jamie aveva opposto un’ostinata resistenza.
La chimica che c’era fra loro era fenomenale. Jamie baciava incredibilmente bene, che ci mettesse tutta la calma e la dolcezza possibili o che perseguisse il suo scopo con furia ed energia. Inoltre, aveva un vero talento con le mani. E con la lingua. E con la voce. Dio, certe porcate con cui se ne veniva fuori a volte la facevano andare fuori di testa e la facevano fremere per il desiderio.
Ma al loro terzo appuntamento, nel bel mezzo di una pomiciata decisamente noiosa, Jamie si era improvvisamente tirato indietro. Determinato a dimostrarle che voleva qualcosa di più del sesso da lei, aveva proposto di andarci piano e non accelerare i tempi, di costruire delle aspettative, stuzzicandosi fino a impazzire e, nel mentre, di continuare a conoscersi meglio l’un l’altra.
All’inizio Lucy aveva pensato che Jamie stesse scherzando; dopotutto, riusciva a percepire quanto la desiderasse, considerata l’avidità con cui scattavano i suoi muscoli torniti e i gemiti carichi di desiderio che il solo tocco di Lucy gli provocava. Quando si rese conto che la sua proposta era seria, la cosa l’aveva intrigata. E poi aveva avuto anche fiducia nelle proprie capacità per fargli cambiare idea.
Allora aveva accettato.
Così erano cominciati i due mesi dei migliori preliminari che si potessero immaginare… e della peggior frustrazione provata fino a quel momento.
Erano ufficialmente al loro decimo appuntamento… e Lucy era sfinita.
Desiderava ogni centimetro di Jamie. E lo voleva subito.
Lo immaginò mentre la soddisfaceva fino in fondo. In posizioni così intricate da farle quasi male ma, allo stesso tempo, da farla sentire bene come mai in vita sua.
“Maledizione, Jamie, io voglio di più di questo,” disse lei mentre lui le accarezzava il clitoride.
“Ho ancora moltissimo da darti, Luce,” disse lui, penetrandola con una delle sue lunghe dita. La combinazione delle carezze e del suo dito dentro di lei quasi le avevano procurato un orgasmo ma lo ricacciò fermamente indietro.
“Uh-uh,” disse Jamie. “Non trattenerti. Mai più.”
Lucy ridacchiò debolmente. “Mi stai vietando di trattenermi? Tu, che non vuoi scoparmi nonostante…”
Gemette quando lui immerse un altro dito dentro di lei.
“Nonostante cosa? Nonostante il fatto che adoro farti venire più volte di seguito?”
Lucy fece ricadere indietro la testa mentre fissava il soffitto della sua stanza, la vista che le si offuscava, la mente colma degli occhi castano-dorati di Jamie, del suo viso magro e spigoloso e del suo corpo così snello e così muscoloso. Quando scese lungo il suo corpo per baciarle l’addome, Lucy insinuò le dita nei suoi morbidi capelli scuri e spinse.
“Voglio il tuo cazzo,” disse, per poi trattenere il respiro, chiedendosi ancora una volta se la sua schiettezza l’avrebbe disgustato. Lucy parlava in modo franco. L’aveva sempre fatto. Normalmente non si faceva problemi a dire parolacce, specialmente quando si trattava di sesso. Ma con Jamie? Pur essendo, come lei, un professore universitario le ricordava i ragazzi con cui era uscita quando era più piccola. I privilegiati. Quelli che finivano sempre col desiderare una ragazza di classe. Qualcuno di diverso da Lucy.
Aggrottò la fronte. Non le piaceva sentirsi da meno. Se a Jamie non piaceva il modo in cui parlava, poteva andare a farsi fottere. Ma prima Lucy voleva che fottesse lei.
Come se avesse potuto leggerla nel pensiero Jamie rispose: “Eravamo d’accordo di fare le cose con calma, Lucy. Di arrivare a conoscerci un pochino meglio. È difficile anche per me. Ti desidero da morire.”
“E allora prendimi. Ormai qualcosa in più su di te la so. E tu… tu sicuramente sai un paio di cosette in più su di me.”
“So che sapore hai. Cosa provi. Che aspetto hai quando raggiungi un orgasmo. E tutto questo è meraviglioso. Ma non mi hai mai davvero permesso di entrarti dentro. Ti stai ancora trattenendo. Io voglio entrare a fondo dentro di te, non solo nel tuo corpo. Sapevo fin dall’inizio che l’unico modo per raggiungere questo scopo era tenere fuori dalla tua portata una parte di me. Mostrandoti che per me sei più di una semplice sveltina.”
“Ma io la voglio una sveltina!”
“Beh, non è quello che avrai da me.”
“Perché t’importa che mi stia trattenendo?” E come faceva a saperlo? Riusciva a percepire il dolore che si portava ancora dietro dal suo passato? L’angoscia che derivava dal sentirsi sempre inadeguata? Le persone che avrebbero dovuto starle più vicino (i suoi facoltosi genitori e sua sorella, i professori e le ragazze del college privato che aveva frequentato) l’avevano rifiutata per quel suo modo di essere così chiassoso, impulsivo e rude. E i ragazzi, Dio, i ragazzi, si erano presi gioco di lei, facendola sentire una puttana solo perché imprecava, si ubriacava e adorava andare alle feste.
Jamie non era così. Il che, d’altra parte, non significava che fosse perfetto.
Poteva essere arrogante. Testardo. Maniaco del controllo. Un paio di volte aveva persino insinuato che i vestiti di Lucy fossero troppo provocanti. La prima volta gliel’aveva lasciata passare. La seconda, aveva messo in chiaro che lei poteva vestirsi come voleva e che se a lui la cosa non stava bene poteva levarsi di torno.
Da quel momento si era trattenuto dal commentare il suo abbigliamento.
E non era andato da nessuna parte.
Nonostante si stessero conoscendo sempre di più, con tutto ciò che questo comportava, Lucy stava piano piano aprendo il suo cuore. Si stava preparando a far entrare Jamie dentro di sé.
E questo le faceva una paura fottuta.
Jamie interruppe quel flusso di carezze erotiche e strinse Lucy fra le braccia. Le baciò il collo. “Va tutto bene, Lucy. Fidati di me. Mi prenderò cura di te, lo prometto.”
Aveva già sentito quelle parole altre volte. Pronunciate da altri uomini. Ma stavolta si trattava di Jamie. Certo, aveva i suoi difetti ma non era come quei tipacci contorti con cui Lucy usciva di solito. Era più come i ragazzi da cui si era sentita attratta quando era più piccola. Intelligente e divertente, con una punta di sofisticatezza.
Era più come il ragazzo a cui Lucy aveva donato il suo cuore parecchi anni prima.
Mason Lancaster.
L’attuale marito di sua sorella Gail.
Ma diversamente da Mason, Lucy poteva fidarsi di Jamie.
Davvero poteva?
“Okay,” sospirò Lucy.
“Okay cosa?”
“Io… mi fiderò di te?”
Jamie sorrise, dispiaciuto. “Non è questione di dirlo, Lucy. O, nel tuo caso, di chiederlo. È questione di dimostrarlo.”
“Allora te lo dimostrerò. Io… io ci proverò. Adesso mi scopi?”
“Quello che farò sarà farti avere un orgasmo. E continuerò a farlo. E presto, quando sarà il momento giusto, quando finalmente mi permetterai di entrarti dentro, farò l’amore con te. E sarà la cosa migliore che tu abbia mai provato, perché i nostri cuori saranno in gioco tanto quanto i nostri corpi.”
Lucy non ci poteva fare niente. La sola menzione delle parole ‘amore’ e ‘cuori’ da parte di Jamie l’avevano fatta irrigidire e l’avevano automaticamente fatta allontanare da lui. Jamie non gliel’avrebbe permesso.
Col dito seguì le linee del tatuaggio di Lucy, un colibrì che volteggiava sul suo seno sinistro. “È normale” disse pacatamente Jamie. “È normale che tu abbia paura di darmi il tuo cuore…”
“Non sono spaventata,” disse Lucy. “Sono eccitata. Hai intenzione di mantenere la promessa di farmi venire o ce ne andiamo a nanna?”
si fissarono l’un l’altra, come se stessero combattendo una battaglia silenziosa. Alla fine Jamie disse: “Mantengo sempre le mie promesse, Luce. E sarà assolutamente un piacere mantenere questa in particolare.” E per dimostrarglielo, coprì la bocca di Lucy con la propria mentre con una mano le stringeva il seno e con l’altra l’afferrava tra le gambe.
Un’ora dopo, Lucy giaceva tra le braccia di Jamie, stordita ed esausta per il piacere che lui era riuscito a estorcerle senza nemmeno aiutarsi con la penetrazione.
Aveva pensato di aver avuto paura prima di allora. In quel momento era così spaventata che riusciva a malapena a tenerselo per sé.
Perché non solo Jamie aveva tenuto fede alla sua promessa di farla venire a ripetizione, era persino riuscito a fare esattamente ciò che si era prefisso: abbattere il muro che Lucy aveva eretto attorno al proprio cuore.
Jamie le piaceva.
Lo rispettava.
Le piaceva passare del tempo con lui.
E non aveva più alcun dubbio che avrebbe potuto innamorarsene.
Il suo istinto le diceva di rimettersi i vestiti e filarsela da lì. Invece, non appena il suo cervello riprese a funzionare, gli accarezzò la guancia. Jamie non poteva leggerle nel pensiero e non era una di quelle situazioni in cui lei gli avrebbe vomitato addosso il suo eterno amore. Erano nel letto. Lei era nuda. Lui no.
Dovevano fare qualcosa in proposito.
Lucy poteva anche non essere propriamente la persona giusta quando si parlava di sentimenti e intimità, ma se si trattava di dare a Jamie lo stesso tipo di piacere che lui le aveva dato, diventava un’esperta. “Indovina a chi tocca ora?” chiese.
“Beh, toccava a me,” disse con un sospiro combattuto. La baciò sul naso e disse: “Ho fame. E tu?”
Lucy aggrottò le sopracciglia. Non la voleva? Non voleva…
Jamie le prese la mano e se la premette contro il pene, che pulsava contro la cerniera dei jeans.
“Non puoi dubitare che ti desideri, Luce. Ma abbiamo tutta la notte. Pensavo solo che potevamo scaldarci un po’. Farci una doccia. Mettere qualcosa nello stomaco prima del prossimo round. Ti pare un buon programma?
Lucy strinse delicatamente la sua erezione, facendolo gemere. “Purché il prossimo round preveda le tue suppliche per dare una smossa a questa situazione. In tal caso, sono favorevole a riscaldarci un po’”.
Jamie fece un respiro profondo, tremante. “Non me lo perderei per niente al mondo, dolcezza.”
Lucy si sentì avvampare quando lui la chiamò ‘dolcezza’. Non usava spesso quel termine ma quelle poche volte che lo usava faceva centro. ‘Dolce’ non era un aggettivo normalmente usato per descrivere Lucy. Audace. Sexy. Forte. Ma non dolce.
Le piaceva che Jamie pensasse a lei in quei termini.
“Dove andiamo?” chiese Lucy.
“Che ne pensi se la prepariamo noi stasera la cena?”
Era una domanda semplice ma carica di significato. Se l’erano spassata nell’appartamento di Lucy ma non ci avevano mai cucinato. L’idea di mettersi ai fornelli insieme a lui le fece più piacere di quanto avrebbe dovuto ma, ancora una volta, decise di non farne una tragedia e di seguire quello che il suo cuore desiderava: passare più tempo con Jamie. Da soli.
“Magnifica idea.”
“Pensavo di fare una doccia fredda così posso almeno provare a concentrarmi su qualcos’altro che non sia toccarti di nuovo ma se vuoi unirti a me…”
“Hai detto di avere fame.”
“Avrò sempre fame di te, Lucy.”
Oh wow, pensò lei, sentendosi sciogliere. Lasciarsi andare era un conto ma non poteva essere spontanea né ingenua. Sentendo che una parte di sé era travolta dal bisogno di tenere la guardia alta, disse: “Vai avanti. Io do un’occhiata a cos’ho in cucina.”
“Ottimo,” disse Jamie. La baciò delicatamente prima sulla punta del naso poi sulle labbra prima di dirigersi verso il bagno.
Mentre Jamie era sotto la doccia, Lucy si infilò un accappatoio e cominciò a rovistare nel frigorifero e nei mobiletti. In quel momento, le parve impossibile smettere di sorridere.
La prima volta che si erano incontrati, Jamie l’aveva presa per il verso sbagliato. La prima volta che Jamie le aveva chiesto di uscire, Lucy aveva rifiutato. Gli aveva fatto notare che erano troppo diversi. Che lui era troppo diverso dai tipacci con cui usciva.
“Non sono un ‘tipaccio’”, aveva concordato. “Sono un uomo vero che sa come trattare bene una donna. Così bene che l’ultima cosa che ha intenzione di fare quando cominciano a entrare in gioco i sentimenti è scappare via.”
Lucy aveva sbuffato, “Io non ‘scappo’. È solo che so cosa voglio e cosa non voglio e mi tengo alla larga da ciò che non voglio.”
“E cosa sarebbe ‘ciò che non vuoi’? Impegnarti?”
“Mi parli di impegno e non siamo ancora nemmeno usciti insieme? Tu decisamente non sei la persona giusta per me.”
“Sono una persona desiderosa di esplorare ogni possibilità. Non sempre sono alla ricerca di un impegno; ho avuto le mie storielle di sesso. Ma con te…” aggrottò le sopracciglia, come se non potesse esprimere a parole quanto i sentimenti per Lucy fossero diversi da quelli provati nei confronti di altre donne. Poi la sua espressione si rilassò. “E comunque cosa c’è che non va nell’impegnarsi? Le relazioni a lungo termine possono essere dannatamente sexy.”
Lucy doveva essere apparsa chiaramente poco convinta perché Jamie aveva sorriso. “Pensa a quanto sarebbe sexy avere una storia con qualcuno di cui conosci ogni più intimo dettaglio. Conosci ogni centimetro del suo corpo. Sai cosa significa ogni suo singolo sospiro, nel bene e nel male, e sai esattamente come ottenere i sospiri giusti. Sai che un certo gemito significa ‘più veloce’, un altro ‘più piano’ e che un sospiro lungo e lento significa che stai dando all’altro esattamente ciò che desidera.”
Il respiro di Lucy si era strozzato. Il cuore aveva cominciato a battere più velocemente e si era bagnata fra le cosce. Aveva sussultato, in modo abbastanza evidente, che Jamie era riuscito a rendersene conto e il suo sorriso si era allargato ancora di più.
Che tu sia maledetto per avermi turbato e per avermi fatto eccitare, aveva pensato Lucy.
“Tu mi parli di sesso e non ho bisogno dell’impegno per farlo.”
“No, ma fare sesso con qualcuno con cui vuoi impegnarti è la cosa migliore che ci possa essere. Dovresti provare. Esci con me, poi chissà…”
Lucy aveva riso ma, alla fine, l’aveva avuta vinta lui.
Era uscita con lui. E non solo perché le sue amiche Grace e Melina l’avevano sfidata a dare una chance a un ‘bravo’ ragazzo. Lucy era uscita con Jamie perché le piaceva quello che diceva, come appariva e, più di tutto, adorava le sensazioni che provava quando le stava vicino.
Rimuginando sulle parole che Jamie aveva usato per convincerla a uscire con lui, Lucy pensò: Che tipo di uomo dice cose come “fare sesso con qualcuno con cui vuoi impegnarti è la cosa migliore che ci possa essere?”
Forse il tipo d’uomo di cui potersi fidare davvero e con cui costruire una relazione.
Forse persino il tipo d’uomo con cui sposarsi…
Ehi, ehi, Lucy. E questo pensiero da dove veniva fuori? Lei non voleva sposarsi. Costrinse i suoi pensieri vagabondi a fermarsi bruscamente. Si era accontentata di una relazione che dopo sei mesi ancora non si era infiammata.
Poggiando sul bancone l’occorrente per cucinare un semplice piatto di pasta, cominciò a preparare la tavola, dopo aver raccolto la pila di compiti e tesine che Jamie aveva messo lì quando era entrato. Nello spostare i documenti, caddero alcuni fogli. Lucy li stava mettendo in ordine quando un invito catturò la sua attenzione.
Era stampato su carta leggera e annunciava il fidanzamento ufficiale di Eric Davenport e Brianne Whitcomb. Lo stesso cognome di Jamie. Uh. Che fosse una sua parente? L’invito diceva che la festa di fidanzamento si era tenuta il weekend precedente, quando Jamie aveva detto che andava a trovare i suoi genitori. Al tempo, considerata la propensione di Jamie verso l’impegno, Lucy si era chiesta come mai lui non le avesse chiesto di accompagnarlo ma poi aveva pensato che se le cose fossero andate bene fra loro, avrebbe conosciuto la sua famiglia col tempo.
C’era una ragione per la quale lui non le aveva detto niente della festa di fidanzamento?
Era possibile che ci avesse portato qualcun’altra?
L’insicurezza strisciò dentro di lei e si chiese immediatamente se Jamie si fosse vergognato di presentarla alla sua famiglia o se i sentimenti che diceva di provare per lei non fossero tutte bugie.
Ma no, erano solo la sua paranoia e il suo cinismo a parlare. Una volta o due Jamie poteva aver suggerito che si vestiva in maniera troppo provocante, ma non era una cosa così strana; gli uomini tendevano a essere possessivi. Non aveva mai fatto nulla che potesse darle da pensare che Jamie si vergognasse di lei. O che non potesse fidarsi di lui.
Poi il luogo dove si era tenuta la festa di fidanzamento attirò la sua attenzione.
Joyau Cache a Parigi, in Francia.
Jamie era andato un weekend a Parigi per una festa di fidanzamento? Doveva essergli costato una piccola fortuna.
Che genere di persone faceva una cosa del genere?
Persone come suo padre e sua madre, ecco chi. Gente molto ricca. Gente che aveva soldi da buttare. Gente che, secondo l’esperienza di Lucy, si credeva meglio di chiunque altro.
Meglio di lei. Non importava che lei stessa venisse da una famiglia ricca e rispettabile perché non si comportava nel modo in cui una signorina rispettabile e per bene avrebbe dovuto comportarsi. Era stata trattata come una persona strana dalla sua stessa famiglia da quel che riusciva a ricordare. La sua famiglia l’aveva fatta sentire sbagliata solo per essere quella che era davvero. E per essere sicura di non provare più quella sensazione di rifiuto che le faceva aggrovigliare lo stomaco, Lucy non era mai uscita con uomini ricchi.
Era possibile che Jamie fosse più ricco di quello che le aveva rivelato?
All’improvviso i commenti di lui a proposito del suo abbigliamento provocante assunsero il sapore del giudizio più che della possessività. Il fatto che le stesse negando il sesso all’improvviso sembrò far parte di un piano di giochetti e manipolazioni più che essere un modo per dare tempo ai loro cuori di aprirsi l’uno all’altro. Non avevano finto anche altri ragazzi (uno in particolare) di amarla solo per svignarsela non appena avevano ottenuto quello che volevano? Secondo la sua esperienza, questo era esattamente quello che facevano i ragazzi ricchi. Giocavano. Mentivano per raggiungere i loro scopi.
“Ehi,” disse Jamie, dietro di lei.
Lucy si girò a guardarlo. Jamie era felice e rinfrescato, ma quando vide l’invito nelle sue mani, lui impallidì.
Tutta la speranza che Lucy aveva covato affinché le cose potessero andare bene tra loro svanì.
Perché Jamie aveva un’espressione colpevole.
E fu quello il momento in cui lei se ne rese conto.
Ancora una volta era stata presa in giro.
E lui era quello che l’aveva fatta sentire l’unica.